Intervista a Stefano Monti
1) Quale ruolo avrà il nucleare in vista di un aumento progressivo della domanda mondiale di energia?
Le organizzazioni mondiali più autorevoli hanno previsto che, a fronte del raddoppio della richiesta mondiale di energia elettrica entro il 2030, la capacità nucleare effettivamente installata dovrà triplicare entro il 2050. Di qui, la necessità di progettare e realizzare fin da adesso impianti in grado di far fronte allo scenario previsto per i prossimi decenni (in particolare, la disponibilità di materie prime e le norme per la protezione dell’ambiente e della salute).
2) Quali sono le attuali prospettive di ricerca sul nucleare?
Tra il 2010 e il 2015, dovrebbero essere disponibili i reattori di cosiddetta “Generazione III+”, un’evoluzione della Generazione III secondo specifiche linee guida: riduzione delle procedure di approvazione, dei tempi e dei costi di costruzione, alta disponibilità dell’impianto e lunga vita utile (60 anni), presenza di dispositivi di sicurezza infallibili e migliore utilizzo del combustibile. Uno dei progetti più interessanti di “Generazione III+” è Iris (International Reactor Innovative & Secure), reattore sviluppato da un consorzio internazionale di cui fanno parte istituzioni, tra cui l’ENEA, e imprese italiane.
3) A che punto è la ricerca sul nucleare di IV Generazione?
La IV Generazione di reattori è ancora in fase di ideazione. Nel 2000 è stato istituito il Generation IV International Forum (GIF) composto dieci Paesi al fine di sviluppare sistemi nucleari che potranno essere operativi fra 20 o 30 anni Il forum ha definito i requisiti di base che i nuovi progetti dovranno rispettare:
- sostenibilità: massimo utilizzo del combustibile e minimizzazione dei rifiuti radioattivi;
- economicità: basso costo dell’impianto e livello di rischio finanziario equivalente a quello di altri impianti energetici;
- sicurezza e affidabilità: i sistemi di quarta generazione dovranno avere una bassa probabilità di danni gravi alla parte del reattore più “delicata”, il cosiddetto nocciolo, e tollerare errori umani anche gravi. Non dovranno richiedere piani di emergenza per la difesa della salute dei cittadini, non essendoci uno scenario credibile per il rilascio di radioattività fuori dal sito;
- resistenza alla proliferazione e protezione contro attacchi terroristici.
I Paesi che hanno aderito subito a questa iniziata, lanciata dagli Stati Uniti, sono Argentina, Brasile, Canada, Corea del Sud, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Sud Africa, Svizzera, a cui si è aggregata successivamente l’Euratom, in rappresentanza dell’Unione Europea. Russia e Cina sono entrati a fare parte del GIF quest’anno, in considerazione dei loro programmi di utilizzo dell’energia nucleare.
Un’ulteriore accelerazione nella direzione sopra delineata è rappresentata dalla iniziativa americana, recentemente sottoscritta anche da Cina, Francia, Giappone e Russia, denominata GNEP (Global Nuclear Energy Partnership). Si tratta di un programma di rilancio del nucleare che, oltre a prevedere la realizzazione di un prototipo di IV generazione entro il 2020, tende ad agevolare l’utilizzo dell’energia nucleare da parte dei paesi in via di sviluppo, attraverso nuove politiche.
4) A vent’anni dal referendum sul nucleare l’Italia continua ad investire sulla ricerca sul nucleare?
L’Italia, al pari degli altri paesi dell’Unione Europea, partecipa allo sviluppo di reattori di quarta generazione tramite l’Euratom. Sono coinvolti nella ricerca ENEA, Ansaldo Nucleare, Cesi Ricerca e Università.
5) Oltre al nucleare di IV Generazione, è in fase di rilancio il nucleare da fissione con il progetto Inpro (International Project on innovative Nuclear Reactors and Fuel Cycles). In cosa consiste?
Sulla spinta dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, si è sviluppata un’altra iniziativa internazionale per il rilancio dell’energia nucleare da fissione: il progetto Inpro (International Project on Innovative Nuclear Reactors and Fuel Cycles). L’obiettivo del progetto è assicurare che l’energia nucleare sia disponibile per soddisfare il fabbisogno energetico. Sono allo studio soluzioni per la sicurezza, la competitività economica, la gestione dei rifiuti radioattivi e la non proliferazione. Il programma di lavoro di Inpro è organizzato in tre fasi: la prima – già completata – prevedeva una selezione di linee guida, criteri e metodologie per una valutazione dei concetti innovativi proposti e i requisiti posti dagli utilizzatori. La fase attuale prevede l'esame di sistemi e tecnologie resi disponibili da alcuni Stati membri, a fronte dei criteri precedentemente selezionati. Nella fase finale si studierà l’avvio di un progetto internazionale, identificando le tecnologie più appropriate per la realizzazione negli Stati membri.
A Inpro partecipano Stati Uniti, Argentina, Brasile, Bulgaria, Canada, Cina, Repubblica Ceca, Francia, Germania, India, Indonesia, Corea, Olanda, Pakistan, Russia, Sud Africa, Spagna, Svizzera, Turchia, con il contributo della Commissione Europea.
Dal sito dell'enea.
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